Ma la piena consapevolezza del rischio assunto nell’investimento (avendo convenuto che lo stesso può assumere declinazioni variabili alla luce delle scelte operate in tema di una corretta applicazione dei principi contabili di riferimento) rimane un elemento essenziale per la stima del rendimento ritenuto ottimale dall’investitore e per cui nell’attuale contesto sembra opportuno integrare le informazioni disponibili per l’investitore con ulteriori elementi informativi che, partendo da una attenta analisi della situazione economica, patrimoniale e finanziaria di riferimento, consentano la percezione del profilo di rischio ritenuto accettabile dal redattore dei documenti inerenti l’informativa finanziaria, nel novero delle scelte possibili in applicazione dei principi contabili di riferimento.

A tanto va poi aggiunto che il processo di elaborazione dell’informativa finanziaria non può che essere anche letto come una espressione del più ampio processo del governo societario, venendo quindi a connettere, la tematica del rischio nelle scelte operate in tema di applicazione dei principi contabili con il tema del rischio inerente alle forme di governo societario scelte, ed alla loro conseguente applicazione pratica in seno agli emittenti.

Per quanto innanzi esposto l’ipotesi di consulenza si propone di fornire una più puntuale informativa sugli aspetti quantitativi nelle società da monitorare, approfondendo gli aspetti qualitativi relativi al governo societario delle stesse, tanto da consentire all’investitore, sia una migliore percezione del profilo di rischio/rendimento dell’emittente, attraverso una migliore comprensione degli stessi profili connessi alle scelte operate in sede di corretta applicazione dei principi contabili e dei principi di una governance aziendale ispirata alle migliori prassi, sia un’attività di “azionariato attivo” assumendo iniziative di discussione e di partecipazione attiva con il fine ultimo di esercitare il diritto di voto, anche attraverso la partecipazione diretta in assemblea o con le deleghe avute dagli investitori istituzionali.

Tutto ciò al fine di indirizzare l’operato societario a vantaggio e nell’interesse di coloro che prestano ed investono i propri patrimoni nelle aziende; nonché di indirizzare le stesse a comportamenti che coniughino i principi dell’efficienza economica con quelli etici, anche attraverso il rispetto di regole generali quali l’osservanza dei diritti legati alla tutela della persona e  dell’utilità sociale.

Con riferimento poi, all’aspetto relativo alla aderenza della governance societaria delle Casse Previdenziali degli Autonomi rispetto alle migliori prassi adottate, possono essere individuate una serie di indicatori (proxy) in grado di evidenziare complessivamente e in misura sintetica l’aderenza forte (alta), media o bassa rispetto a comportamenti e buone prassi riconosciute a livello internazionale.

Si evidenzia infatti che sulla base delle informazioni disponibili da parte dei singoli emittenti, sono stati effettuati approfondimenti in 4 principali aree di indagine: 1) sistemi di governo, con specifico focus sul comportamento e controllo da parte del Board; 2) composizione dei Board, dei Comitati e dell’Alta Direzione; 3) funzionamento degli organi di governo, dei comitati e dell’Alta Direzione, nonché degli organi deputati al controllo; 4) sistemi di remunerazione, per verificare la congruità e trasparenza dei sistemi retributivi in essere per il Board, management e dei delegati.

Ciò posto e nel rispetto della normativa la consulenza potrà essere espletata con le seguenti prestazioni.

  • Fornire un adeguato supporto di consulenza indipendente al consiglio di amministrazione o ad un eventuale comitato di investimenti se presente, Azionariato Attivo – Assemblee;
  • Effettuare uno screening economico – finanziario con cadenza settimanale o mensile, monitorando il portafoglio mobiliare,
  • Consulenza indipendente sugli asset finanziari investiti;
  • Riformulazione ed assistenza circa il rinnovo della governance;
  • Organizzazione penal –preventiva e anticorruzione, MOG, art. 1 d.lgs n. 231/2001;

Il tutto con l’obiettivo di :

  • Confrontarsi su una proposta di modelli gestionali che possano garantire una gestione più efficiente e capace di monitorare i rischi di investimento;
  • Individuare eventuali carenze strutturali ed organizzative per la gestione e diversificazione del rischio negli investimenti, migliorare il rapporto tra amministrato diretto e gestito, qualificare l’expertise delle risorse umane a cui sono demandate scelte strategichee di controllo all’interno dell’ente;
  • Migliorare la comunicazione agli iscritti in merito alle scelte di investimento effettuate dagli ENTI;
  • Monitorare con un efficiente sistema di compliance – monitoring l’analisi della reportistica inviata dai gestori raggiungendo migliori economie di scala ed assistenza indipendente negli incontri con i gestori;
  • Controllo dei rischi relativi alla GOVERNANCE DIRETTIVA (UE) 2017/828 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 17 maggio 2017che modifica la direttiva 2007/36/CE;
  • Gestire i rapporti con gli organismi di vigilanza (ENAC) attraverso l’adozione di consapevoli e coerenti strategie, capacita di governo del rischio ed adeguate strutture organizzative;
  • Riduzione dei costi (spesso occulti) e spesso ingiustificati, che riducono il rendimento atteso;
  • Coniugare le scelte di investimento con le finalità di bilancio civilistiche ed attuariali.